Il Neurofeedback Dinamico Non Lineare per la promozione del benessere psicofisico
Il NeurOptimal® (Neurofeedback Dinamico Non Lineare) è uno strumento di ultima generazione che viene ampiamente praticato negli Stati Uniti ma che sta trovando largo uso anche in altri paesi tra cui l’Italia. Viene utilizzato da molti professionisti che lavorano non solo nel campo sanitario (psicoterapeuti, psichiatri medici, fisioterapisti, otorinolaringoiatri, neurologi etc.) ma anche nelle società sportive agonistiche e non e in altri settori imprenditoriali lo poiché un largo numero di ricerche scientifiche ne conferma l’utilità
COS’È E SU QUALI PRINICIPI SI BASA?
Il principio si basa partendo dalla neuroplasticità cerebrale e dell’omeostasi dinamica. Infatti il cervello è estremamente complesso è per funzionare in maniera adattiva necessita di condizioni ideali di equilibrio che possono essere compromesse a causa delle condizioni traumatiche e stressanti di natura psicofisica che ognuno di noi ha accumulato nel corso della propria vita. NeurOptimal® è una tecnologia infatti che ha lo scopo non di uniformare il cervello ad un funzionamento perfetto e iperperformante (cosa per altro impossibile!) ma lo porta ad adattarsi ad un equilibrio ottimale su tutti i livelli. Il risultato sarà infatti ottimizzare e risolvere gradualmente le somatizzazioni, le problematiche emotive e cognitive e molto altro.
PERCHÈ BISOGNA UTILIZZARLO?
NeurOptimal® è uno strumento indolore e non invasivo che ripristina ma soprattutto mantiene il benessere psicofisico generale. E’ a tutti gli effetti un allenamento cerebrale il cui scopo è innescare un processo di autoregolazione del Sistema Nervoso Centrale mediante un miglioramento dei processi cognitivi (es. memoria, attenzione, linguaggio, percezione) e rilassamento.
COSA SUCCEDE IN SEDUTA?
Il soggetto viene comodamente disteso su una poltrona reclinabile o un lettino e gli verranno attaccati pochi sensori sulla teca cranica e sulle orecchie per registrare l’attività cerebrale e inviare così i dati al computer che saranno elaborati da un software di ultima generazione che rileva per ogni persona il margine di variabilità ottimale dell’attività cerebrale. Infatti, ogni volta che si verifica un cambiamento o un disequilibrio dell’attività cerebrale rilevata nel corso della seduta, questo software genera un’interruzione della musica di poche frazioni di secondo che nel frattempo il paziente ascolta. Questo processo ha lo scopo di informare in tempo reale il cervello sulla propria instabilità emergente, aiutandolo a ritrovare un equilibrio più statico in modo che, di seduta in seduta, il cervello possa recuperare efficienza, resilienza, coerenza e plasticità.
QUANDO INIZIERÓ AD OTTENERE DEI RISULTATI?
Come per ogni processo in medicina e salute mentale, è impossibile stabilire a priori quanto tempo ci voglia per riabilitare e ottenere dei cambiamenti stabili e duraturi. Tuttavia, sin dalle prime sedute si riscontrano immediatamente dei benefici. Il numero di sedute è diverso ovviamente da caso a caso e varia a seconda della problematica, dell’obiettivo e delle caratteristiche personali.
POSSONO ESSERCI EFFETTI COLLATERALI O VA BENE PER TUTTI?
NeurOptimal® va bene per gli individui di tutte le età e per iniziare non c’è alcun bisogno di nessuna diagnosi medica.
Si consiglia di iniziare un percorso di training cerebrale in queste condizioni:
- Se svolgete un lavoro in cui avete bisogno di molta concentrazione, dovete gestire lo stress e gestire dell’ansia, avere una buona memoria, implementare l’attenzione e migliorare le proprietà di linguaggio;
- Se fate sport amatoriale o agonistico o per migliorare le tue performances o talenti e migliorare la concentrazione;
- Se sei una persona e vuoi migliorare la qualità della vita in generale oppure se stai passando un momento difficile della tua vita e/o ti accorgi che la tua salute psicofisica ne risente molto a causa di ansia, insonnia, somatizzazioni, stanchezza non dovuta a sforzi eccessivi, alimentazione disregolata e cattive abitudini come abuso di tabacco e alcool, calo della libido sessuale etc.;
Conoscere e trattare il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), conosciuto anche con l’acronimo italiano DDAI, è un disturbo neurobiologico che inizia nell’infanzia e continua nell’adolescenza e nell’età adulta. Tale psicopatologia è caratterizzata da iperattività, impulsività e da una forte difficoltà nell’orientare e nel mantenere l’attenzione. Tali caratteristiche riducono e interferiscono con il funzionamento scolastico, sociale e lavorativo della persona, compromettendo la qualità della sua vita.
La disattenzione non è caratterizzata da un atteggiamento di sfida ma si manifesta attraverso la distrazione da un compito, la mancanza di costanza e di organizzazione (es. svolgimento dei compiti a casa). L‘iperattività si esprime invece attraverso un’eccessivo parlare e ad una continua attività motoria (come se il bambino fosse guidato da un “motorino che non si scarica mai”). L’impulsività si accentua con l’inizio dell’adolescenza e si manifesta attraverso azioni affrettate e non premeditate che possono compromettere la vita dell’individuo in quanto è inconsapevole delle conseguenze delle azioni pericolose.
Gli individui con ADHD hanno dunque marcate difficoltà in tutte le attività in cui sono richiesti degli sforzi cognitivi prolungati. A scuola e a casa sono presenti delle difficoltà nel seguire le regole, la lentezza ed l’incapacità nel capire ed eseguire dei compiti (non è infrequente infatti che chiedano più volte la stessa informazione). Inoltre, nei giochi o nelle attività sociali, difficilmente riescono ad attendere il loro turno e tendono ad interrompere gli altri senza riuscire a cogliere i limiti e i confini delle regole sociali. A ciò, si aggiungono problemi di organizzazione che comportano il danneggiamento e lo smarrimento di materiale scolastico e di oggetti personali. Inoltre, data la facile distraibilità a causa della grande difficoltà nel gestire l’attenzione, è molto frequente che, durante un compito, distolgano lo sguardo perché facilmente distraibili da stimoli apparentemente irrilevanti.
Non è raro che questa patologia possa presentarsi insieme ad altri disturbi mentali come il disturbo della condotta, il disturbo oppositivo – provocatorio, i disturbi dell’umore, i disturbi d’ansia, i disturbi del linguaggio e i disturbi dell’apprendimento. Nell’età adulta, i soggetti con tale diagnosi sono esposti ad un rischio 5 volte maggiore rispetto alle persone prive di psicopatologia di sviluppare un disturbo da abuso di sostanze, disturbi di personalità (soprattutto del cluster B) e altri disturbi psichiatrici.
La terapia per l‘ADHD mira alla riduzione dei sintomi e ad introdurre il soggetto nel suo ambiente di vita. Per raggiungere tale obiettivo, oltre una buona collaborazione da parte del contesto scolastico, le linee guida internazionali suggeriscono di rivolgersi ad uno psicoterapeuta specializzato in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Lo scopo della terapia sarà insegnare al bambino e all’adulto a gestire le proprie emozioni e, contemporaneamente, si lavorerà sullo sviluppo di strategie comportamentali mirate all’aumento delle capacità di autocontrollo e organizzazione. Inoltre, considerato lo stretto rapporto tra eventi traumatici e i sintomi dell’ADHD, è consigliato integrare la CBT al Trattamento EMDR e alla Flash Technique. Ultimamente, diversi studi sono concordi nell’utilità delle neurotecnologie come il Neurofeedback Dinamico Non Lineare NeurOptimal® riguardo il miglioramento del benessere globale.
Tuttavia, nei soggetti più compromessi, è bene valutare l’inserimento di una terapia farmacologica prescritta da un medico psichiatra o neuropsichiatra. Infine, nonostante ogni caso sia una situazione diversa dall’altra, l’associazione tra psicoterapia cognitivo comportamentale, tecniche di rielaborazione del trauma e neurotecnologie e terapia farmacologica rimane la scelta più consigliata e più efficace.
BIBLIOGRAFIA
- Amabili M., Di Domenico A., (2024). La Flash Technique. Rendere più accessibili e rielaborare le memorie traumatiche più travolgenti. Giovanni Fioriti Editore, Roma
- American Psychiatric Association., “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione” (2013);
- Biederman J., Faraone S.V., Spencer T., “Patterns of psychiatric comorbidity, cognition, and psychosocial functioning in adults with attention deficit disorder”. Am J Psychiatry (1993);
- Galli F., Guidetti V., “Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza” (2006);
- Guidetti V., “Fondamenti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza” (2005);
- Harris S. (2017). An Investigation of the Effects of Neurofeedback Training on Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD). Symptoms, Depression, Anxiety, and Academic Self-Efficacy in College Students. Electronic Theses and Dissertations. 5378. https://stars.library.ucf.edu/etd/5378
- Kuhne M., Schachar R., Tannock R., “Impact of comorbid oppositional or conduct problems on attention-deficit hyperactivity disorder” (1997);
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SITOGRAFIA
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2967384/
- https://neuroptimal.com/
- http://www.aidaiassociazione.com/
Vincere l’insonnia e le sue conseguenze
Una buona qualità e una giusta quantità del sonno sono fondamentali affinché la nostra salute psicofisica si preservi in uno stato ottimale. Infatti, molte persone credono erroneamente che riposare male non si associ a gravi conseguenze e trascurano i segnali del loro corpo che potrebbero essere invece indice di un disturbo del sonno di origine psicologica o medica.
COS’E’ L’INSONNIA PSICOLOGICA?
Il disturbo da insonnia è un disturbo psicologico caratterizzato da un’insoddisfazione riguardo la qualità e la quantità del sonno che si verifica almeno 3 volte a settimana per un periodo di almeno 3 mesi e si associa ad uno o più dei seguenti sintomi:
- Difficoltà ad addormentarsi;
- Difficoltà a mantenere lo stato di sonnolenza (es. frequenti risvegli o difficoltà a riaddormentarsi dopo essersi svegliati);
- Risveglio precoce al mattino con incapacità di riaddormentarsi.
Inoltre, tali condizioni causano un forte disagio e compromettono la vita di chi ne soffre a livello sociale, personale, lavorativo e scolastico (es. sonnolenza, difficoltà di concentrazione, ripercussioni sull’efficienza lavorativa, sull’umore e difficoltà relazionali) e non devono dipendere né dagli effetti fisiologici di una sostanza né da un’altra condizione medica o un altro disturbo mentale (es. ansia generalizzata, depressione, disturbo bipolare, schizofrenia etc.)
QUALI RIMEDI NATURALI FAVORISCONO UNA BUONA IGIENE DEL SONNO?
Prima di rivolgersi ad uno psicoterapeuta o a un medico, si potrebbe provare a risolvere il problema osservando le seguenti condotte:
- Alimentarsi in maniera più adeguata: evitare sia di consumare alimenti pesanti a cena sia andare a letto a stomaco vuoto. Inoltre, è consigliato consumare alimenti contenenti la vitamina B6 (es. insalata a foglia verde, banane, noci etc.) oppure contenenti il triptofano (uova, pesce, frutta secca etc.) che ha un effetto chimico che migliora il tono dell’umore e ridurre il consumo di nicotina, alcol e cibi grassi;
- Fare attività fisica: lo sport è una potente medicina che combatte lo stress e produce stanchezza, entrambi fattori che sono alleati di una buona igiene del sonno. L’importante è evitare di fare sport poco prima dell’addormentamento poiché ciò disturba di conseguenza la qualità del sonno;
- Rilassarsi un’ora prima di andare a dormire: è consigliato evitare qualsiasi attività fisica sia mentale (es. uso di smartphone, tablet, pc etc.);
- Mantenere delle buone abitudini: svegliarsi ed addormentarsi sempre alla stessa ora mantiene regolare il ritmo circadiano.
PSICOTERAPIA O FARMACI: QUAL E’ L’INTERVENTO PIU’ RACCOMANDATO?
Nei casi più compromessi, è consigliato integrare la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale con un trattamento farmacologico. Infine, è bene considerare che gli effetti dei trattamenti a base di farmaci ansiolitici o antidepressivi hanno un’efficacia che varia da persona a persona e presentano diversi effetti collaterali che possono avere gravi conseguenze sul piano psicologico o fisico (es. favorire le ricadute, calo del piacere sessuale, aumento di peso e dell’appetito per cibi ricchi di grassi o carboidrati complessi).
Tra i rimedi psicoterapeutici spicca l’efficacia della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale che è di gran lunga migliore della terapia farmacologica sia nel breve sia nel lungo periodo. Infatti, questo metodo aiuta le persone a padroneggiare i propri stati emotivi, a riconoscere e gestire i pensieri disfunzionali e a modificare i comportamenti nocivi che sono fattori di mantenimento del problema. Tutto questo è possibile facendo affidamento su un bagaglio di tecniche basate non solo sui pensieri ma anche sul rilassamento corporeo e respiratorio (es. training autogeno e rilassamento muscolare progressivo) che promuovono un conseguente miglioramento della propria qualità della vita in tutti i suoi aspetti. Inoltre, in associazione alla psicoterapia cognitivo comportamentale, risultano anche molo efficaci metodiche come il trattamento EMDR, la Flash Technique e il Neurofeedback Dinamico per la gestione dello stress e la prevenzione delle ricadute.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association, “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione” (2013)
- Jungquist C., Perlis M., Posner D., Smith M. T., “Il trattamento cognitivo-comportamentale dell’insonnia. Linee guida per la pratica clinica” (2018)
- Patel D., Steinberg D., Patel P., “Insomnia in the Elderly: A Review” (2018)
- Perlis M., Aloia M., Khun B., “Trattamenti comportamentali per i disturbi del sonno. Manuale completo e protocolli terapeutici” (2016)
- Sacco G., “Manuale di biofeedback. Col cuore e col cervello: alla ricerca della mutevole armonia” (2017)
- Sacco G., “Promuovere il benessere, trattare i disturbi. L’ausilio del bio-neurofeedback per la professione psicologica” (2020)