
Il Mobbing: caratteristiche psicologiche e provvedimenti legali
Il mobbing è una forma di pressione psicologica, generalmente tipica dei posti di lavoro, caratterizzata da comportamenti aggressivi e persecutori ripetuti nel tempo che sono diretti verso uno o più individui che si trovano in una posizione di impotenza e/o appaiono vulnerabili e deboli. La definizione di mobbing implica che tali attività debbano essere agite in modo frequente, almeno una volta alla settimana per un periodo di almeno sei mesi e devono generare sofferenza fisica, psicologica e disagio sociale. La vittima viene colpita a livello relazionale e professionale in quanto viene attaccata verbalmente, emarginata socialmente, diffamata attraverso pettegolezzi, minacciata fisicamente e non sono da escludersi nemmeno episodi di molestia sessuale, soprattutto nei confronti dei soggetti di sesso femminile.
A questo fenomeno partecipano tre differenti tipologie di attori: i mobbers sono gli autori delle azioni persecutorie, le vittime o mobbizzati sono coloro che subiscono e sopportano tali comportamenti mentre gli spettatori sono figure apparentemente neutre che partecipano indirettamente a tale processo ma il loro comportamento può essere in certi casi determinante nel perpetrarsi delle condotte mobbizzanti.
Il mobbing è di tipo verticale quando le prevaricazioni sono messe in atto dai superiori nei confronti dei propri subalterni, di tipo orizzontale quando le persecuzioni si manifestano tra colleghi e di tipo down up quando un gruppo di subalterni si coalizza per estromettere dall’azienda un loro superiore. A queste tre forme di aggiungono sia il bullying (bullismo), termine che in Italia trova un largo impiego nel descrivere una forma di terrorismo psicologico, tipico dell’età adolescenziale, che è frequentemente accompagnata da violenze fisiche sia il bossing (spadroneggiamento) caratterizzato da strategie meschine messe in atto dal management aziendale per eliminare i dipendenti in esubero o poco graditi.
Le conseguenze del mobbing possono essere riscontrate a livello economico a causa della perdita del posto di lavoro, a livello aziendale a causa di un calo di produttività per l’impresa e soprattutto a livello individuale poiché produce alterazioni fisiologiche, emotive, cognitive e comportamentali che rappresentano fattori fortemente predisponenti a problematiche psicopatologiche come l’alterazione del tono dell’umore, i disturbi del sonno, il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo post traumatico da stress, il disturbo di panico, il burn out e delle alterazioni comportamentali come tabagismo e cattiva alimentazione.
Si pensa che i mobbers potrebbero soffrire di disturbi di personalità tra i quali il disturbo paranoide, il disturbo borderline, il disturbo antisociale e il disturbo narcisistico. Il mobber con disturbo narcisistico di personalità sembrerebbe essere il più maligno e perverso tra i quattro precedentemente menzionati poiché basa la sua esistenza vitale e lavorativa sulla demolizione psicofisica dell’altro. Al contrario, il mobbizzato non presenta delle caratteristiche di personalità specifiche e ciò comporta che chiunque potrebbe essere vittima di mobbing. Tuttavia, in termini generali, sembrerebbe che le personalità più predisposte siano quelle o troppo passive o troppo aggressive nelle relazioni interpersonali.
Tuttavia, la legge italiana permette alle vittime di mobbing di tutelarsi e di essere risarcite per il danno subito. Infatti, il mobber può essere citato in giudizio nelle forme del rito ordinario al fine di vederne accertata la responsabilità sia per il danno biologico sia per il danno morale. Tuttavia, la vittima dovrà fornire concretamente le prove che attestino le azioni mobbizzanti e dimostrare che tali azioni siano state reiterate per un considerevole periodo di tempo tale da rendere invivibile il contesto di riferimento e che non si riferiscano dunque ad un episodio singolo. Inoltre, accertare le prove del danno subito attraverso una certificazione che attesti una condizione di disagio psicologico, costituisce un elemento di importanza rilevante e deve essere anche dimostrato lo stretto rapporto causale tra la condotta denunciata e il danno subito.
Dott. Alessandro Di Domenico – Psicologo e Psicoterapeuta
Centro di Psicoterapia e Salute Mind Lab – MARTINSICURO (TE)
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