
Come si manifestano i Disturbi di Personalità?
Quando si parla di personalità, ci si riferisce ad un’organizzazione di fattori genetici, cognitivi, sociali, comportamentali ed emotivi che rendono ogni individuo diverso da un altro. I tratti di personalità sono invece delle modalità cognitive, percettive, emotive, comportamentali e relazionali che ogni persona possiede e che si manifestano nel rapporto con sè e con l’ambiente di riferimento.
I Disturbi di Personalità (DP) possono essere riconosciuti in presenza di tratti di personalità rigidi e disadattivi che compromettono la qualità della vita a livello sociale, personale e lavorativo, causando dunque un disagio significativo. I DP insorgono tendenzialmente in adolescenza o nella prima età adulta, rimangono stabili nel tempo e si associano spesso ad ansia, depressione, abuso di sostanze (alcool, droga) o disturbi alimentari. Gli individui che ne soffrono, non accorgendosi dei propri pensieri disfunzionali e dei loro comportamenti inappropriati, raramente arrivano spontaneamente a chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale. Non è infrequente infatti che arrivino in terapia forzatamente attraverso le estenuanti pressioni dei loro amici, dei partner, dei membri della famiglia e dei servizi psichiatrici.
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La Quinta Edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ha raggruppato i Disturbi di Personalità in tre insiemi o cluster. Il Cluster A contiene i disturbi Schizoide, Schizotipico e Paranoide di personalità che sono generalmente accomunati da bizzarria, stranezza ed eccentricità. All’interno del Cluster B si trovano i disturbi Antisociale, Istrionico, Narcisistico e Borderline di personalità i quali presentano caratteristiche simili come l’impulsività, la drammaticità e l’imprevedibilità. Il Cluster C è caratterizzato da condotte paurose, ansiose, rigide ed insicure tipiche dei disturbi Dipendente, Evitante e Ossessivo-Compulsivo di personalità.
I DP sono accomunati da un Deficit della Metacognizione in quanto sono presenti limitate capacità di comprendere la mente degli altri e nel padroneggiare e riflettere sui propri stati mentali.
In accordo con numerosi studi scientifici e fonti autorevoli come la American Psychiatric Association (A.P.A.) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è risultata essere il trattamento elettivo da associare spesso ad una terapia farmacologica prescritta da un medico psichiatra. Tuttavia, la terapia familiare, di gruppo o i gruppi di auto-aiuto possono ulteriormente contribuire al miglioramento della sintomatologia del paziente. Inoltre, considerato lo stretto rapporti tra la genesi di un disturbo della personalità e del trauma psicologico cumulativo, è bene integrare la già efficace Psicoterapia Cognitivo Comportamentale al trattamento EMDR, soprattutto per la prevenzione delle ricadute nel futuro.
Dott. Alessandro Di Domenico – Psicologo e Psicoterapeuta
Centro di Psicoterapia e Salute Mind Lab – MARTINSICURO (TE)
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BIBLIOGRAFIA
American Psychiatric Association., “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione” (2013)
Caprara G. V., Cervone D., “Personality: Determinants, Dynamics, and Potentials” (2000)
Carcione A., Semerari A., Nicolò G., Pedone R., Popolo R., Conti L., Fiore D., Procacci M., Di Maggio G., “Metacognitive mastery dysfunctions in personality disorder psychotherapy“ (2011)
Cassano G. B., Tundo A., “Psicopatologia e clinica psichiatrica” (2006)
Mayer J.D., “A tale of two visions. Can a new view of personality help integrate psychology” (2005)
Mischel W., Shoda Y., Smith R.E., “A cognitive-affective system theory of personality: reconceptualizing situations, dispositions, dynamics, and invariance in personality structure” (1995)
SITOGRAFIA
www.apc.it
www.cognitivismo.com
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed
www.who.int
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