Come si manifestano i Disturbi di Personalità?
Quando si parla di personalità, ci si riferisce ad un’organizzazione di fattori genetici, cognitivi, sociali, comportamentali ed emotivi che rendono ogni individuo diverso da un altro. I tratti di personalità sono invece delle modalità cognitive, percettive, emotive, comportamentali e relazionali che ogni persona possiede e che si manifestano nel rapporto con sè e con l’ambiente di riferimento.
I Disturbi di Personalità (DP) possono essere riconosciuti in presenza di tratti di personalità rigidi e disadattivi che compromettono la qualità della vita a livello sociale, personale e lavorativo, causando dunque un disagio significativo. I DP insorgono tendenzialmente in adolescenza o nella prima età adulta, rimangono stabili nel tempo e si associano spesso ad ansia, depressione, abuso di sostanze (alcool, droga) o disturbi alimentari. Gli individui che ne soffrono, non accorgendosi dei propri pensieri disfunzionali e dei loro comportamenti inappropriati, raramente arrivano spontaneamente a chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale. Non è infrequente infatti che arrivino in terapia forzatamente attraverso le estenuanti pressioni dei loro amici, dei partner, dei membri della famiglia e dei servizi psichiatrici.
La Quinta Edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM -5, APA 2013) ha raggruppato i Disturbi di Personalità in tre insiemi o cluster:
- Il Cluster A contiene i disturbi Schizoide, Schizotipico e Paranoide di personalità che sono generalmente accomunati da bizzarria, stranezza ed eccentricità.
- Il Cluster B ospita i disturbi Antisociale, Istrionico, Narcisistico e Borderline di personalità i quali presentano caratteristiche simili come l’impulsività, la drammaticità e l’imprevedibilità.
- Il Cluster C è caratterizzato da condotte paurose, ansiose, rigide ed insicure tipiche dei disturbi Dipendente, Evitante e Ossessivo-Compulsivo di personalità.
I DP sono accomunati da un Deficit della Metacognizione in quanto sono presenti limitate capacità di comprendere la mente degli altri e nel padroneggiare e riflettere sui propri stati mentali.
In accordo con numerosi studi scientifici e fonti autorevoli come la American Psychiatric Association (A.P.A.) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è risultata essere il trattamento elettivo da associare spesso ad una terapia farmacologica prescritta da un medico psichiatra. Tuttavia, la terapia familiare, di gruppo o i gruppi di auto-aiuto possono ulteriormente contribuire al miglioramento della sintomatologia del paziente. Inoltre, considerato lo stretto rapporti tra la genesi di un disturbo della personalità e del trauma psicologico cumulativo, è bene integrare la già efficace Psicoterapia Cognitivo Comportamentale al trattamento EMDR e alla Flash Technique, soprattutto per la prevenzione delle ricadute nel futuro.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association., “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione” (2013)
- Caprara G. V., Cervone D., “Personality: Determinants, Dynamics, and Potentials” (2000)
- Carcione A., Semerari A., Nicolò G., Pedone R., Popolo R., Conti L., Fiore D., Procacci M., Di Maggio G., “Metacognitive mastery dysfunctions in personality disorder psychotherapy“ (2011)
- Cassano G. B., Tundo A., “Psicopatologia e clinica psichiatrica” (2006)
- Gonzales A., Mosquera D., “EMDR e dissociazione: l’approccio progressivo” (2015)
- Mosquera D., Gonzalez A.,”EMDR e Disturbo Borderline di Personalità” (2016)
- Mayer J.D., “A tale of two visions. Can a new view of personality help integrate psychology” (2005)
- Mischel W., Shoda Y., Smith R.E., “A cognitive-affective system theory of personality: reconceptualizing situations, dispositions, dynamics, and invariance in personality structure” (1995)
SITOGRAFIA
- www.apc.it
- www.cognitivismo.com
- www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed
- www.who.int
Disturbi di personalità e rischio di violenza
La celebre rivista Cognitivismo.com ha pubblicato la mia recensione di un articolo in cui è stata analizzata un’ampia letteratura sul rapporto tra comportamenti violenti e disturbi di personalità del cluster B, soprattutto Borderline, Narcisistico e Antisociale.
L’articolo completo è consultabile al seguente link: Disturbi di personalità del Cluster B e rischio di violenza
Dr. Alessandro Di Domenico – Centro di Psicoterapia e Salute “Mind Lab”
Learn MoreRiconoscere un partner narcisista e liberarsene
Molte persone presentano tratti di personalità narcisistica ma, solo quando questi tratti risultano rigidi e persistenti, causando problemi a livello sociale, personale, lavorativo e relazionale, parliamo di un disturbo di personalità.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il disturbo narcisistico di personalità può essere riconosciuto se la persona presenta un atteggiamento di grandiosità nella fantasia e nel comportamento, unito ad una perenne necessità di ammirazione e mancanza di empatia. Questo disturbo inizia nella prima età adulta ed è caratterizzato da almeno cinque o più dei seguenti criteri. Tra questi sono presenti il senso grandioso di importanza (es. esagerando talenti e sentendosi superiore senza reali motivazioni), le continue fantasie di successo, fascino, potere o bellezza e la convinzione di essere unico e di poter essere compreso e di frequentare esclusivamente persone di classe sociale elevata. Inoltre, si riscontrano anche diversi atteggiamenti tra i quali la richiesta di un’eccessiva ammirazione, l’irragionevole aspettativa di avere un trattamento speciale o che le proprie aspettative siano immediatamente soddisfatte, lo sfruttare i rapporti con gli altri per raggiungere i propri bisogni (soprattutto a livello sentimentale), la costante presenza di invidia o il pensare che gli altri lo invidino e un’eccessiva arroganza e presunzione.
Tuttavia, per capire se ci troviamo di fronte ad un narcisista, è consigliato focalizzarsi sui suoi comportamenti, imparando soprattutto ad accorgersi a cosa accade dentro di sé quando abbiamo a che fare con lui. Infatti, secondo la letteratura, il narcisismo può essere overt o covert. Il narcisismo overt, conosciuto anche come narcisismo attivo, si ritrova in quelle persone che hanno diverse fantasie di grandiosità, necessitano di un forte bisogno di ammirazione e sono convinte di essere speciali e superiori. A ciò, si aggiungono sia una perenne ossessione verso il successo sia un costante bisogno di controllare e comandare. Inoltre, la persona narcisista si riserva poco tempo per le necessità degli altri che vengono visti come uno specchio per soddisfare i propri bisogni. Per questi motivi, l’altro si sentirà triste, deluso e soprattutto trasparente. Infatti, l’intimità e la vicinanza emotiva, oltre ad essere evitate, appaiono molto superficiali e portano l’altro a reagire con sentimenti di inadeguatezza e di autosvalutazione. Inoltre, non è infrequente la violenza fisica e psicologica unita alla tendenza al tradimento che creano paura, frustrazione, incredulità e sfiducia nel partner.
Il secondo tipo, definito narcisismo passivo o covert, solo in apparenza sembra caratterizzato da sentimenti d’inferiorità poiché il bisogno di sentirsi potenti e di essere ammirati, pur essendo presenti, sono ricercati in modo nascosto. Infatti queste persone, temendo gli insuccessi ed essendo particolarmente sensibili al giudizio degli altri, evitano di esporsi, rifugiandosi in un atteggiamento di vittimismo. Ciò porta il partner a farsi carico del benessere altrui fino a quando, non appena proverà ad esprimere i propri bisogni personali, sarà incline a sperimentare un forte senso di colpa e di vergogna per non essere stato presente e per non aver esaudito le richieste del narcisista.
Se si è incappati in una relazione con una persona narcisista e la vostra vita appare come un caos, bisogna sapere che aspettare che lui cambi per voi, continuando a soffrire inutilmente, non è la strada giusta da percorrere. Infatti, non si sta male per come la persona narcisista si comporta ma per le motivazioni per cui è stata scelta e per cui si continua ancora a frequentare. La vostra sofferenza dipende dunque dalle ragioni per cui ci si ostina a non mollare la presa e che dovrebbero essere esplorate ed affrontate attraverso una psicoterapia cognitivo comportamentale.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association, “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione” (2013)
- Behary W. T., Parpaglione E., “Disarmare il narcisista. Sopravvivi all’egocentrico e migliora la tua vita” (2012)
- Carcione A., Semerari A., “Il narcisismo e i suoi disturbi. La terapia metacognitiva interpersonale” (2018)
- Dimaggio G., “L’illusione del narcisista. La malattia nella grande vita” (2016)
- Salvatore G., Carcione A., Dimaggio G., “Schemi interpersonali nel disturbo narcisistico di personalità: la centralità della scarsa agentività e della dipendenza. Implicazioni per la relazione terapeutica” Cognitivismo Clinico (2012)
- Semerari A., Dimaggio G., “I disturbi di personalità: modelli e trattamento” (2003)
Narcisismo sano e patologico: cosa li differenzia?
Il termine narcisismo, come molte altre parole presenti in ambito psicologico e psichiatrico, viene spesso usato impropriamente generando inesattezze e confusione. Infatti, il narcisismo è un tratto di personalità che non costituisce una categoria unica ma si distribuisce in uno spettro ricco di diverse sfumature che vanno dal narcisismo benigno a quello maligno. Come qualsiasi altro tratto di personalità, il narcisismo tanto più è rigido e persistente causando difficoltà a livello sociale, personale, lavorativo e scolastico quanto più è patologico, fino ad essere considerato un disturbo di personalità.
Tuttavia, prima di proseguire con la lettura ed evitare dunque fraintendimenti, vi invito a leggere l’articolo “Come si manifestano i disturbi di personalità”, per comprendere al meglio la differenza tra cosa sia una personalità sana e un disturbo di personalità.
Un “narcisista sano” ha avuto la fortuna di vivere in un ambiente familiare in cui ha ricevuto la giusta dose di supporto fisico ed emotivo che gli ha permesso di sperimentare un’idea di sé sicura e competente e delle buone abilità sociali orientate al rispetto e la collettività verso gli altri. Infatti, un contesto familiare estremamente funzionale ha aiutato queste persone a sviluppare delle caratteristiche che favoriscono una qualità della vita ottimale. Tra queste sono presenti:
- Empatia: riescono ad entrare in sintonia con gli altri e non percepiscono l’intimità emotiva come una minaccia;
- Leadership: sono molto carismatici nel trasmettere idee o obiettivi e presentano spiccate doti sociali nella collaborazione con gli altri;
- Padronanza e sicurezza di sé: si impegnano nel fare la differenza senza nutrire il costante bisogno di essere apprezzati;
- Disposizione al confronto: nelle discussioni presentano delle buone dosi assertive facendo sentire gli altri responsabili dei propri errori effettivamente commessi ma senza infierire in modo sadico e distruttivo;
Infine, affinché possiate comprendere la “parte nera” del narcisismo, vi esorto a leggere l’articolo “Riconoscere un partner narcisista e liberarsene” in cui vi descrivo le caratteristiche delle persone con narcisismo patologico e i disagi che i loro comportamenti disfunzionale comportano a se stessi e agli altri.
BIBLIOGRAFIA
- Behary W. T., “Disarmare il narcisista. Sopravvivi all’egocentrico e migliora la tua vita” (2013)
- Carcione A., Semerari A., “Il narcisismo e i suoi disturbi. La terapia metacognitiva interpersonale” (2018)
Come riconosco e curo il Disturbo Borderline di Personalità?
INTRODUZIONE
Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è una forma di psicopatologia che insorge durante il periodo adolescenziale o nella prima età adulta e si manifesta attraverso improvvisi cambiamenti del tono dell’umore, una scarsa stabilità nelle azioni e nei rapporti con gli altri, una marcata impulsività in diverse aree e una difficoltà gestire e riconoscere coerentemente i propri pensieri e stati d’animo. Le precedenti caratteristiche, rinforzandosi reciprocamente, producono una notevole sofferenza psicofisica rovinando la qualità della vita dell’individuo a livello personale, sociale, relazionale, lavorativo e scolastico.
Tra le caratteristiche principali di questo disturbo di personalità è presente l’instabilità emotiva che si manifesta con marcati e repentini cambiamenti dell’umore: è infatti molto frequente che queste persone oscillino rapidamente da uno stato d’animo all’altro, soprattutto in presenza di eventi relazionali percepiti come spiacevoli (es. un rifiuto, un abbandono, una critica o una semplice disattenzione da parte degli altri). Infatti, chi soffre di DBP è affetto da una forte vulnerabilità emotiva caratterizzata da reazioni più impulsive, intense e durature rispetto a quella delle altre persone a cui si associa la disregolazione emotiva che si traduce nella difficoltà nel riconoscere e soprattutto gestire le emozioni.
Nel tentativo di controllare le eccessive reazioni emozionali, le persone con DBP ricorrono all’azione in modo impulsivo e agiscono senza riuscire a riflettere. L’impulsività si può esprimere con esplosioni di rabbia, litigi violenti, abuso di sostanze stupefacenti (alcool, droga, cocaina, cannabis etc.), abbuffate di cibo, gioco d’azzardo, promiscuità sessuale o spese sconsiderate. Possono anche manifestarsi, a volte anche in modo ricorrente, atti autolesivi (es. procurarsi dei tagli sul corpo con delle lamette o delle bruciature con dei mozziconi di sigaretta, ingerire dosi eccessive di psicofarmaci etc.) o, in casi estremi, idee e tentativi di suicidio.
Le persone con DBP tendono inoltre a vivere le relazioni con gli altri in maniera tumultuosa e intensa ma allo stesso tempo in modo caotico e discontinuo. Infatti, spesso per loro è complesso viverle “in una via di mezzo” poiché, optando per il “tutto o nulla”, tendono ad oscillare rapidamente tra l’idealizzazione e la svalutazione dell’altro. Solitamente, le loro relazioni iniziano con una visione dell’altro (partner o amici) che viene percepito come accudente, serio e disponibile. Tuttavia, non appena la persona con DPB sperimenta la percezione di una critica o un’incostanza nelle cure, tenderà a etichettare l’altro all’opposto (es. pericoloso, disonesto etc.) oppure come “buono” o “cattivo” allo stesso tempo.
Le caratteristiche elencate precedentemente incidono fortemente sull’autostima per cui queste persone tenderanno a percepirsi come sbagliate e fragili etichettandosi con espressioni come “Sono un buono a nulla!”, “Sono un fake!”, “Mi faccio schifo!”. La maggior parte del tempo viene spesa per cercare di correggere questi presunti difetti, trattandosi con estrema rigidità e severità e pretendendo da se stessi cambiamenti impossibili da ottenere senza l’aiuto di uno specialista della salute mentale.
CAUSE E CONSEGUENZE
Secondo la letteratura scientifica, le origini del BPD sono dovute all’interazione di due fattori che si influenzano reciprocamente. Il primo sono esperienze infantili intense e ripetute trascorse in un ambiente invalidante cui il soggetto può essere stato esposto a svalutazione dei propri stati mentali(pensieri, emozioni e sensazioni fisiche), interazioni caotiche ed inappropriate con l’ambiente familiare, espressioni emotive intense, carenze di cure, maltrattamenti e abusi sessuali in aggiunta a fattori genetici e temperamentali che predispongono il soggetto allo sviluppo della disregolazione emotiva (ipoattivazione della corteccia prefrontale e iperattivazione del sistema limbico). Tra le conseguenze principali di questo disturbo figurano l’instabilità nei rapporti interpersonali, lo scarso rendimento lavorativo o scolastico nonostante le buone capacità intellettive del soggetto, l’abuso di alcool e di droghe e, in casi estremi, il ricorso ad atti autolesivi e tentativi di suicidio.
TRATTAMENTO PSICOTERAPEUTICO E FARMACOLOGICO
La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (CBT) si è rivelato un metodo molto efficace nel trattamento del DBP in quanto aiuta il soggetto a migliorare la capacità di identificare gli stati mentali propri ed altrui e di ragionarci in maniera più costruttiva e flessibile. Promuovere tali abilità aiuterà il soggetto a prendere decisioni più funzionali, risolvere conflitti, problemi relazionali e a padroneggiare gli stati di sofferenza soggettiva, minimizzando il più possibile le possibilità di ricaduta. Inoltre, considerata l’altissima presenza tra BDP ed eventi traumatici di varia entità, si otterranno risultati ancora maggiori integrando la CBT al trattamento EMDR (Eye Movements Desensitization and Reprocessing) e alla Flash Technique.
Infine, poiché è stato dimostrato che nessuno psicofarmaco ha un’efficacia costante o notevole nella cura del DPB, la psicofarmacoterapia dovrebbe essere prescritta da un medico psichiatra nei casi più compromessi (es. elevato rischio suicidario o frequenti agiti impulsivi) ma bisogna sempre integrarla con la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. A tal proposito, bisogna assicurarsi che le persone con BPD comprendano che gli psicofarmaci possono essere un valido aiuto alla psicoterapia ma che non possono essere assolutamente sostituiti ad essa. Infatti, riporre aspettative irrealistiche sull’efficacia della sola terapia farmacologica abbasserà l’impegno personale del paziente verso il miglioramento che è ottenibile esclusivamente attraverso una buona psicoterapia.
BIBLIOGRAFIA
Dimaggio G., Semerari A., “I disturbi di Personalità. Modelli e trattamento. Stati mentali, metarappresentazione, cicli interpersonali” (2007)
Gunderson J. G., “La personalità borderline. Una guida clinica” (2009)
Linehan M., “DBT Skills Training” (2015)
Linehan M., “Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline” (2001)
Mosquera D., Gonzàlez A., “EMDR e disturbo borderline di personalità” (2016)
Cosa non ti dirà mai un partner narcisista?
Car* compagn* che dipendi da me,
ció che ti dirò non ti piacerà affatto e probabilmente non lo capirai subito ma ci metterai del tempo, forse anni e starai molto male a causa mia. (altro…)
Come si comporta una persona narcisista nelle relazioni?
Le relazioni sentimentali ed interpersonali delle persone che soffrono di un Disturbo Narcisistico di Personalità sono caratterizzate generalmente da difficoltà emotive ed affettive. (altro…)
Learn MoreCome vive la sessualità un partner narcisista?
Le persone che soffrono di un Disturbo Narcisistico di Personalità tendono solitamente a sperimentare una sessualità in cui non riescono a condividere una sana intimità basata sulla condivisione reciproca del piacere fisico ed emotivo poiché il/la partner viene percepito/a come un essere subordinato che bisogna dominare e/o che debba soddisfare esclusivamente i propri bisogni. Infatti, dopo la fase iniziale della relazione caratterizzata da un coinvolgimento intenso ed estasi, la persona narcisista inizia a percepire una graduale perdita di interesse verso il partner e sistematicamente si rimette “a caccia” di altre vittime come un predatore poiché la sua struttura di personalità patologica non gli permette di avere delle relazioni basate sulla condivisione e sulla cooperazione. Ne consegue che l’ostentare le sue abilità seduttive sarà una stampella che utilizzerà per reggere il suo fragile mondo interiore.
Tuttavia, il/la partner del narcisista inizierà pian piano a percepire la mancanza di calore relazionale e, nel momento in cui proverà ad esprimere i propri desideri e a chiedere aiuto, smettendo così di rinforzare la sua immagine grandiosa, il/la narcisista darà forfait allontanandosi gradualmente dal rapporto. La relazione con una persona narcisista metterà così vittima in una condizione sgradevole caratterizzata da un “effetto yo-yo”, facendola così oscillare tra in momenti in cui si sentirà indispensabile ed amat* e momenti di trascuratezza ed abbandono.
Tuttavia, è giusto che io vi informi che la relazione con un/una narcisista sarà difficile da interrompere per il seguente motivo: dopo varie dinamiche relazionali in cui la persona narcisista comparirà e poi scomparirà, sarà poi abilissim* nel far creder alla vittima di essere speciale, unic* al mondo e il/la prescelt* tra tant*. Dunque, per questa sensazione illusoria e temporanea che la vittima continuerà a ricaderci, tornando perennemente sui propri passi e rimettendo continuamente in dubbio la qualità della relazione.
Se leggendo queste poche righe vi siete riconosciuti sia nei panni della vittima che è logorata a causa di questa relazione disfunzionale sia un una persona che potrebbe soffrire di un Disturbo di Personalità Narcisistico, in qualità di psicoterapeuta è giusto che io vi informi che aspettare che le cose cambino non è la cosa giusta da fare. Infatti, non si soffre tanto per come la persona narcisista si comporta ma per le ragioni per cui si continua a frequentare. Il vostro dolore deriva quindi dalle ragioni che vi allontanano dal mollare la presa e che dovrebbero essere risolte e affrontate attraverso un percorso di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale affinché possiate quanto prima recuperare la vostra qualità della vita.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association, “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione” (2013)
- Behary W. T., Parpaglione E., “Disarmare il narcisista. Sopravvivi all’egocentrico e migliora la tua vita” (2012)
- Carcione A., Semerari A., “Il narcisismo e i suoi disturbi. La terapia metacognitiva interpersonale” (2018)
- Dimaggio G., “L’illusione del narcisista. La malattia nella grande vita” (2016)
- Salvatore G., Carcione A., Dimaggio G., “Schemi interpersonali nel disturbo narcisistico di personalità: la centralità della scarsa agentività e della dipendenza. Implicazioni per la relazione terapeutica” Cognitivismo Clinico (2012)
- Semerari A., Dimaggio G., “I disturbi di personalità: modelli e trattamento” (2003)