Trauma nel personale sanitario e Covid-19: come può aiutare la psicoterapia?
Ognuno di noi guardando le immagini televisive relative ai reparti di terapia intensiva, ascoltando giorno per giorno il numero di decessi e convivendo con l’alto rischio di contagio e la scarsa sicurezza si è trovato a sperimentare sentimenti di angoscia, paura e disperazione.
In Italia, come nel resto del mondo, tali condizioni hanno colpito in prima linea il nostro personale sanitario che si è trovato in una corsa contro il tempo per salvare più vite umane possibili in condizioni lavorative sfavorevoli: infatti la pandemia da Covid-19 ha messo in ginocchio una popolazione intera e mandato in tilt il Sistema Sanitario Nazionale con conseguenti ripercussioni negative sul piano psicologico. Sperimentare continuamente e in maniera intensa delle reazioni emotive particolarmente intense crea uno scompenso nel sistema nervoso che andrà a compromettere il funzionamento psicologico globale non solo nel breve ma anche nel lungo termine, gettando così le basi per lo sviluppo di disturbi psicopatologici come ansia, panico, depressione, insonnia e stress in fase acuta e cronica. Analogamente, secondo una recente ricerca pubblicata sul JAMA, un campione di operatori sanitari in Cina ha avuto delle gravi ripercussioni sulla salute mentale, come già avvenuto in occasione dell’epidemia della SARS esplosa nel 2003.
Infatti, è usuale che medici, infermieri e operatori socio sanitari durante la fase operativa sperimentino disorientamento per il caos dello scenario, rabbia e frustrazione per la disorganizzazione nei reparti, sentimenti di impotenza e inadeguatezza o, al contrario, onnipotenza e difficoltà a riconoscere i propri limiti personali e l’identificazione con le vittime e i loro familiari. Invece, alla fine del turno o nel momento in cui tornano presso le proprie abitazioni, molto spesso si trovano a fare i conti con senso di colpa, basso tono dell’umore, frustrazione, angoscia e confusione. Oppure, è possibile che ci siano difficoltà ad identificare i propri stadi d’animo e che si presentino di conseguenza spiacevoli sintomi somatici.
LE REAZIONI STRESSANTI E TRAUMATICHE A BREVE E A LUNGO TERMINE
Le reazioni più comuni che variano per frequenza ed intensità di persona in persona e possono durare da un periodo di alcuni giorni fino ad alcune settimane sono le seguenti:
- Comparsa di immagini o pensieri intrusivi: sono immagini ricorrenti delle scene oppure pensieri disfunzionali che compaiono indipendentemente dalla propria volontà;
- Sentimenti d’ansia o paura eccessiva: forte senso di agitazione o comparsa di paure che non erano presenti in precedenza;
- Evitamento: voglia di non presentarsi al lavoro e procrastinare le attività quotidiane e lavorative;
- Aumento dell’irritabilità: comparsa di rabbia per situazioni lieve entità o scatti d’ira immotivata;
- Senso di isolamento: sensazione di sentirsi abbandonati o soli, tendenza ad isolarsi e non parlare con nessuno;
- Confusione mentale: facile distraibilità, difficoltà nel mantenere la concentrazione e prendere decisioni in maniera adeguata;
- Problemi relazionali: difficoltà a mantenere dei rapporti soddisfacenti con colleghi, amici e familiari;
- Alterazioni del sonno: difficoltà nell’addormentamento, risvegli e incubi frequenti oppure bisogno di dormire molto più del solito;
- Abitudini alimentari scorrette: mangiare in maniera irregolare, preferire soprattutto cibi poco salutari a base di grassi (es. dolci) o carboidrati complessi (pizza, pasta, patatine fritte) e aumento di consumo di tabacco e alcool;
- Somatizzazioni e sintomi da Long Covid: mal di testa, disturbi gastrointestinali, difficoltà a distendersi e rilassarsi, aumento del battito cardiaco, della pressione corporea e della frequenza respiratoria, nausea e tremori.
QUALI SONO I TRATTAMENTI PIU’ EFFICACI?
Secondo le più recenti ricerche scientifiche e le linee guida proposte dall’Organzzazione Mondiale della Sanità, il trattamento EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (CBT) rappresentano i principali metodi d’intervento per il trattamento del trauma di qualsiasi entità, del Disturbo da Stress Post Traumatico e per ansia, depressione e attacchi di panico. Entrambi vengono dunque utilizzati come strumenti di prevenzione nello sviluppo dei possibili disturbi psicologici che possono insorgere a seguito di un evento critico e per rielaborare gli episodi di vita negativi in una maniera più funzionale, facendo in modo che essi non sia più fonte di disturbo nel presente.
In sintesi, è consigliato rivolgersi ad uno psicoterapeuta specializzato in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e che abbia conseguito una formazione nel trattamento EMDR poiché con maggiori probabilità sarà in grado di aiutarvi nel recuperare la serenità e migliorare la vostra qualità della vita. In aggiunta a ciò, se vi accorgete di avere sintomi da Long Covid come nebbia cognitiva, stanchezza cronica o problematiche di memoria e di attenzione non dovute a cause neurologiche è consigliato integrate le precedenti forme di terapia con Fotobiomodulazione (NIR) e la Stimolazione Magnetica Transcranica (fTMS).
BIBLIOGRAFIA
- Bai Y., Lin C. C., Lin C. Y., Chen J. Y., Chue C. M., Chou P., “Indagine sulle reazioni allo stress tra gli operatori sanitari coinvolti nell’epidemia di SARS” (2004)
- Chua S. E., Cheung V., Cheung C. et al.,“Effetti della pandemia di SARS a Hong Kong sugli operatori sanitari ad alto rischio” (2004)
- Janero I. L., Artigas l., Uribe S., Garcia E., “The EMDR Integrative Group Treatment Protocol for Patients With Cancer” (2016)
- Lee A. M., Wong J. G., McAlonan G. M. et al., “Stress e stress psicologico tra i sopravvissuti della SARS 1 anno dopo l’epidemia” (2007)
- Maunder R., Hunter J., Vincent L. et al., “L’impatto psicologico e professionale immediato dell’epidemia di SARS del 2003 in un ospedale universitario” (2003)
- Shapiro E., Laub E., “Early EMDR intervention (EEI). A summary, a theoretical model and the Recent Traumatic Episode Protocol (R-TEP)” (2008)
- Shranh H. W., Rogstad D. L., Perech N., “Wasted in the US Health Care System Estimated Costs and Potential for Savings” (2019)
SITOGRAFIA
- www.emdr.it
- www.ncbi.nlm.nih.gov
Vincere l’insonnia e le sue conseguenze
Una buona qualità e una giusta quantità del sonno sono fondamentali affinché la nostra salute psicofisica si preservi in uno stato ottimale. Infatti, molte persone credono erroneamente che riposare male non si associ a gravi conseguenze e trascurano i segnali del loro corpo che potrebbero essere invece indice di un disturbo del sonno di origine psicologica o medica.
COS’E’ L’INSONNIA PSICOLOGICA?
Il disturbo da insonnia è un disturbo psicologico caratterizzato da un’insoddisfazione riguardo la qualità e la quantità del sonno che si verifica almeno 3 volte a settimana per un periodo di almeno 3 mesi e si associa ad uno o più dei seguenti sintomi:
- Difficoltà ad addormentarsi;
- Difficoltà a mantenere lo stato di sonnolenza (es. frequenti risvegli o difficoltà a riaddormentarsi dopo essersi svegliati);
- Risveglio precoce al mattino con incapacità di riaddormentarsi.
Inoltre, tali condizioni causano un forte disagio e compromettono la vita di chi ne soffre a livello sociale, personale, lavorativo e scolastico (es. sonnolenza, difficoltà di concentrazione, ripercussioni sull’efficienza lavorativa, sull’umore e difficoltà relazionali) e non devono dipendere né dagli effetti fisiologici di una sostanza né da un’altra condizione medica o un altro disturbo mentale (es. ansia generalizzata, depressione, disturbo bipolare, schizofrenia etc.)
QUALI RIMEDI NATURALI FAVORISCONO UNA BUONA IGIENE DEL SONNO?
Prima di rivolgersi ad uno psicoterapeuta o a un medico, si potrebbe provare a risolvere il problema osservando le seguenti condotte:
- Alimentarsi in maniera più adeguata: evitare sia di consumare alimenti pesanti a cena sia andare a letto a stomaco vuoto. Inoltre, è consigliato consumare alimenti contenenti la vitamina B6 (es. insalata a foglia verde, banane, noci etc.) oppure contenenti il triptofano (uova, pesce, frutta secca etc.) che ha un effetto chimico che migliora il tono dell’umore e ridurre il consumo di nicotina, alcol e cibi grassi;
- Fare attività fisica: lo sport è una potente medicina che combatte lo stress e produce stanchezza, entrambi fattori che sono alleati di una buona igiene del sonno. L’importante è evitare di fare sport poco prima dell’addormentamento poiché ciò disturba di conseguenza la qualità del sonno;
- Rilassarsi un’ora prima di andare a dormire: è consigliato evitare qualsiasi attività fisica sia mentale (es. uso di smartphone, tablet, pc etc.);
- Mantenere delle buone abitudini: svegliarsi ed addormentarsi sempre alla stessa ora mantiene regolare il ritmo circadiano.
PSICOTERAPIA O FARMACI: QUAL E’ L’INTERVENTO PIU’ RACCOMANDATO?
Nei casi più compromessi, è consigliato integrare la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale con un trattamento farmacologico. Infine, è bene considerare che gli effetti dei trattamenti a base di farmaci ansiolitici o antidepressivi hanno un’efficacia che varia da persona a persona e presentano diversi effetti collaterali che possono avere gravi conseguenze sul piano psicologico o fisico (es. favorire le ricadute, calo del piacere sessuale, aumento di peso e dell’appetito per cibi ricchi di grassi o carboidrati complessi).
Tra i rimedi psicoterapeutici spicca l’efficacia della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale che è di gran lunga migliore della terapia farmacologica sia nel breve sia nel lungo periodo. Infatti, questo metodo aiuta le persone a padroneggiare i propri stati emotivi, a riconoscere e gestire i pensieri disfunzionali e a modificare i comportamenti nocivi che sono fattori di mantenimento del problema. Tutto questo è possibile facendo affidamento su un bagaglio di tecniche basate non solo sui pensieri ma anche sul rilassamento corporeo e respiratorio (es. training autogeno e rilassamento muscolare progressivo) che promuovono un conseguente miglioramento della propria qualità della vita in tutti i suoi aspetti. Inoltre, in associazione alla psicoterapia cognitivo comportamentale, risultano anche molo efficaci metodiche come il trattamento EMDR, la Flash Technique e il Neurofeedback Dinamico per la gestione dello stress e la prevenzione delle ricadute.
BIBLIOGRAFIA
- American Psychiatric Association, “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – 5° Edizione” (2013)
- Jungquist C., Perlis M., Posner D., Smith M. T., “Il trattamento cognitivo-comportamentale dell’insonnia. Linee guida per la pratica clinica” (2018)
- Patel D., Steinberg D., Patel P., “Insomnia in the Elderly: A Review” (2018)
- Perlis M., Aloia M., Khun B., “Trattamenti comportamentali per i disturbi del sonno. Manuale completo e protocolli terapeutici” (2016)
- Sacco G., “Manuale di biofeedback. Col cuore e col cervello: alla ricerca della mutevole armonia” (2017)
- Sacco G., “Promuovere il benessere, trattare i disturbi. L’ausilio del bio-neurofeedback per la professione psicologica” (2020)
Piacere sessuale: 4 consigli per aumentarlo in maniera naturale!
Il piacere sessuale, conosciuto anche con il termine libido, è una spinta energica di tipo psicofisico che porta ogni essere vivente all’agire sessuale sia con se stessi che con eventuali altri partner. Un buono stato di salute psicofisica generale e un’età giovane si associano ad una libido stabile e vigorosa mentre delle condizioni di salute non ottimali e l’avanzare dell’età si associano ad un fisiologico e naturale decremento della libido. In queste condizioni, sarebbe opportuno rivolgersi a professionisti sanitari come psicoterapeuti, medici, endocrinologi, andrologi, ginecologi o neurologi per valutare delle strategie farmacologiche, organiche o psicologiche che possono essere alla base del problema.
Tuttavia, può accadere che il piacere sessuale nel corso dell’esistenza di ogni essere umano subisca delle variazioni transitorie che non sono determinate da particolari ragioni psicologiche o mediche. E’ proprio in questi casi che i seguenti suggerimenti naturali che vi fornirò potranno aiutarvi ad incrementare il piacere sessuale, aumentando così la soddisfazione personale e della coppia.
DORMIRE BENE
Una buona igiene del sonno permette una sufficiente produzione del testosterone, un ormone appartenente alla categoria degli androgeni che sono tipicamente maschili ma sono importanti anche nelle donne. Infatti, bassi livelli di testosterone si associano ad un calo della libido ed altri problemi inerenti alla sfera sessuale.
SEGUIRE UNA DIETA IPERPROTEICA
Inoltre, il testosterone può essere aumentato seguendo un’alimentazione ricca di proteine, consumando dunque alimenti come legumi, carne, pesce, uova. Naturalmente, poiché è consigliabile variare l’alimentazione, è consigliato farsi seguire da un nutrizionista per evitare eventuali complicazioni.
FARE ATTIVITA’ FISICA E CONDURRE UNO STILE DI VITA SANO ED EQUILIBRATO
L’attività fisica, soprattutto quella anaerobica (es. bodybuilding), aumentando la disponibilità di testosterone nel sangue in entrambi i sessi, è molto utile poiché accresce esponenzialmente il desiderio sessuale. Inoltre, Condurre una vita sedentaria, abusare di alcool, droghe e tabacco sono dei fattori che abbassano la libido. E’ importante anche considerare che tali abitudini possono slatentizzare problematiche ansiose e depressive, aumentare la tensione psicofisica.
CONOSCERE IL PROPRIO CORPO E UTILIZZARE LA PORNOGRAFIA
Un buon mantenimento del piacere sessuale passa sia per una costante attività masturbatoria come completamento e potenziamento della sessualità con il proprio partner sia attraverso l’individuazione delle proprie preferenze sessuali. Inoltre, un corretto utilizzo della pornografia correla direttamente non solo con un aumento del testosterone ma anche di altri neurotrasmettitori che mantengono stabile il piacere sessuale.
Infine, se i precedenti suggerimenti non dovessero essere sufficienti per ristabilire un buon grado di libido, è consigliato effettuare prima degli esami preliminari di tipo medico da un endocrinologo o da un andrologo per vedere se l’anomalia sessuale sia di origine organica. Una volta esclusa la natura medica del problema, è necessario contattare uno psicoterapeuta per comprendere ed affrontare i fattori psicologici alla base del calo della libido.
Tra le varie forme di psicoterapia, è stato dimostrato che un protocollo basato sulla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale integrata al trattamento EMDR e la Flash Technique sia il metodo più efficace per le disfunzioni sessuali di qualsiasi tipo. Infatti, lo psicoterapeuta specializzato aiuterà le persone a riconoscere i pensieri disfunzionali, il continuo rimuginio sulla performance sessuale e a gestire eventuali dinamiche dannose presenti all’interno della coppia che possono contribuire a mantenere il problema presentato.
BIBLIOGRAFIA
- Consolo I., “Il piacere femminile: Scoprire, sperimentare e vivere la sessualità” (2017)
- Déttore D., “Trattato di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale” (2018)
- Fenelli A., Lorenzini R., “Clinica delle disfunzioni sessuali” (2012)
- Jannini E. A., Lenzi A., Maggi M., “Sessuologia medica. Trattato di psicosessuologia e medicina della sessualità” (2007)
- Quattrini F., Spaccarotella M., “PORNOGRAFIA: pornofilia, pornofobia e pornodipendenza” (2010)
- Quattrini F., “Il piacere maschile” (2017)
Superare il trauma psicologico con il metodo EMDR e la Flash Technique
Negli ultimi anni molte persone ne hanno tratto enorme beneficio. Ad esempio, la nota showgirl italiana Elena Santarelli, dopo la diagnosi di tumore di suo figlio Giacomo, ha sostenuto di aver superato quei brutti momenti e di stare meglio. Ed infine Michele Bravi, vincitore della trasmissione televisiva X Factor, ha dichiarato di aver superato il suo forte senso di colpa per aver involontariamente investito ed ucciso una donna. Ciò che accumuna questi personaggi del mondo dello spettacolo è l’essere stati vittime di un Trauma Psicologico. Tuttavia, sottoponendosi ad una particolare forma di psicoterapia chiamata EMDR, hanno recuperato e migliorato la propria salute mentale.
L’acronimo EMDR sta per Eye Movements Desensitization and Reprocessing, ovvero Desensibilizzazione e Riprocessamento attraverso i Movimenti Oculari. In sintesi, l’EMDR consiste nell’indurre dei movimenti oculari con delle stimolazioni visive, uditive e tattili da destra a sinistra per trattare tutti quei disturbi legati ad esperienze traumatiche dal punto di vista emotivo.
Si parla di Trauma quando qualsiasi evento viene immagazzinato soggettivamente in maniera disfunzionale nella memoria di un individuo insieme alle emozioni, ai pensieri e alle sensazioni fisiche disturbanti che hanno caratterizzato quel particolare momento e continuano a creare disagio ancora nel presente. Considerata la precedente premessa, dopo alcune sedute iniziali di EMDR, tutti i ricordi disturbanti legati ad un particolare evento traumatico perdono stimolazione dopo stimolazione la loro carica emotiva negativa che è alla base del dolore che ogni vittima prova nel presente.
Nonostante comunemente si pensi che il tempo guarisca tutte le ferite, purtroppo non è affatto così. Infatti, se l’evento traumatico non viene adeguatamente rielaborato, il trascorrere degli anni non fa altro che “congelarne” il ricordo nel cervello, generando reazioni automatiche di sofferenza e disagio. Ciò può essere raccontato da chi, anche dopo molti anni, continua a provare la stessa rabbia, tristezza o colpa, oppure lo stesso identico dolore o rancore, come se il tempo non fosse mai passato.
Nel concreto, significa che se si è stati vittime di situazioni traumatiche (es. una separazione coniugale, un tradimento, esperienze di maltrattamento da parte dei familiari, incidenti stradali, diagnosi di malattie degenerative, lutti, esperienze di quarantena o di confinamento, rapimenti, catastrofi naturali, omicidi, suicidi, violenza, abusi sessuali etc.) grazie all’EMDR si riesce a rielaborare con successo ed in breve tempo l’esperienza stressante in modo che essa non sia più fonte di fastidio o disagio nel presente.
Se leggendo queste righe, vi siete riconosciuti in alcuni aspetti legati a situazioni traumatiche che avete vissuto e che stanno rovinando ancora la qualità della vostra vita, è consigliato non aspettare ancora ma di agire quanto prima contattando uno psicoterapeuta specializzato in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e nel trattamento EMDR. Tali indicazioni sono fornite da fonti autorevoli come l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in cui è espressamente indicato che “la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale individuale o di gruppo (CBT) focalizzata sul trauma oppure la Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari (EMDR) dovrebbero essere indicate per bambini, adolescenti e adulti con disturbo post-traumatico da stress” (OMS, 2013)”.
Infatti, uno psicoterapeuta esperto potrà aiutarvi a superare in maniera efficace e in breve tempo qualsiasi esperienza emotivamente stressante che avete subito e che ancora vi fa soffrire, aiutandovi una volta per tutte lasciare il passato nel passato, a recuperare la vostra serenità nel presente, a rafforzare gli aspetti della vostra autostima e ad avere più fiducia nelle vostre capacità.
BIBLIOGRAFIA
- Amabili M., Di Domenico A., (2024). La Flash Technique. Rendere più accessibili e rielaborare le memorie traumatiche più travolgenti. Giovanni Fioriti Editore, Roma
- La Rosa C., Onofri A., “Dal basso in alto (e ritorno…). Nuovi approcci bottom-up: psicoterapia cognitiva, corpo, EMDR” (2017)
- Petrilli D., “EMDR. Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari. Caratteristiche distintive” (2014)
- Shapiro F., “EMDR. Principi fondamentali, protocolli e procedure (2019)
- Van Der Kolk B., “Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche” (2015)
- Verardo A. R., Lauretti G., “Riparare il trauma infantile. Manuale teorico d’integrazione tra sistemi motivazionali ed EMDR” (2020)
SITOGRAFIA
- www.emdr.it
- www.who.int
Ritrovare la serenità dopo un abuso sessuale: la storia di Marta
RICHIESTA DELLA PSICOTERAPIA
Marta è una giovane ragazza di 25 anni attualmente iscritta alla facoltà di Giurisprudenza ed è prossima al coronamento della laurea.Terza figlia di un papà avvocato e di una mamma consulente del lavoro, è un’eccellente studentessa universitaria e nel tempo libero aiuta i suoi genitori nei rispettivi ruoli, cercando così di rendersi il più possibile utile.
Qualche mese fa mi contatta e, non appena la esorto ad accomodarsi nella mia stanza, il suo volto inizia ad intristirsi ed esordisce dicendo “Dottore, l’ho contattata poiché dopo un lungo periodo è giusto che io mi liberi di questo peso che mi porto ormai da diverso tempo. Sin dall’adolescenza, non riesco più ad iniziare una relazione sentimentale con un ragazzo e questo mi fa sentire sbagliata ed incapace rispetto alle mie coetanee, non permettendomi di avere delle relazioni sane. E’ strano da spiegare… E’ come se, non appena inizia ad interessarmi un uomo, inizio a sentire un senso di vergogna e di disgusto caratterizzato da un fastidio allo stomaco, al petto e alla gola conditi da un senso di viscidume generale. Queste sensazioni sono così forti che negli anni ho spesso rifiutato dei partner che mi piacevano per paura che tali reazioni sgradevoli si ripresentassero e mi facessero stare ancora più a disagio di quanto io già mi senta per questa situazione… Se non faccio qualcosa per risolvere questa cosa non riuscirò mai ad avere né una relazione sentimentale soddisfacente né costruire una famiglia in futuro…
Nei successivi colloqui, le chiedo se durante l’età adolescenziale sia accaduto qualcosa di negativo con qualche ragazzo. Non appena le chiedo questa cosa, mi accorgo che i suoi occhi iniziano a diventare gonfi irrorandosi di lacrime, il suo corpo diventa più rigido, il respiro inizia a cambiare d’intensità e mi riferisce “Durante il primo anno di scuole medie, alcuni miei compagni ed io avevamo l’abitudine di trovarci il fine settimana per cenare sulla spiaggia. In una di quelle sere, mentre aspettavo che i miei genitori mi venissero a riprendere, rimasi insieme con uno di questi ragazzi con cui condividevo una bella amicizia. Non lo avrei mai ritenuto capace di fare quello che successivamente fece a me. Iniziò a fare dei complimenti poco appropriati, a fare delle carezze e poi… questa persona si approfittò di me ed io, essendo totalmente spaventata, non ebbi né la forza di urlare né successivamente raccontarlo a qualcuno. Solamente a ripensare a quanto accaduto, inizio a sentire un senso di vergogna e di disgusto caratterizzato da un forte fastidio allo stomaco, al petto e alla gola, il tutto insieme a un senso di viscidume generale. E’ stato orribile!”
Noi terapeuti specialisti in psicotraumatologia e nel trattamento EMDR conosciamo bene le sensazioni fisiche che Marta mi riporta mentre mi racconta l’atroce accaduto: le chiamiamo infatti “Memorie corporee traumatiche” che, unite alle emozioni sgradevoli e ai pensieri negativi, costituiscono un elemento cardine per porre una diagnosi di un Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD).
ANDAMENTO DELLA PSICOTERAPIA
Nella fase iniziale della psicoterapia e nel suo prosieguo, Marta mi riferisce che teme di portare con sé questo fardello a vita, credendo falsamente di non potersene mai liberare. Catastrofizzando dunque la cosa, si immagina incapace di intraprendere nuovamente delle frequentazioni, rinunciando così ad una vita sentimentale soddisfacente.
A questo punto, allo scopo di darle una concreta speranza, la informo sul fatto che attraverso una specifica forma di psicoterapia ricca di solide basi scientifiche chiamata EMDR si riesce a rielaborare con successo ed in breve tempo l’esperienza traumatica in modo che essa non sia più fonte di fastidio o disagio nel presente. Dunque, le ribadisco che con ottime probabilità potrà tornare a frequentare dei partner in modo naturale e spensierato. Percependo nei suoi occhi un barlume di speranza e un accenno di sorriso, iniziamo la terapia. L’intero trattamento, considerata la fase diagnostica iniziale per valutare l’eventuale presenza di altre forme di psicopatologia, è durato complessivamente 15 sedute attraverso le quali il trauma psicologico è stato elaborato con enorme successo. Marta lascerà per sempre questo ricordo nel passato, facendo in modo che non sia più disturbante nel presente.
Infatti, nell’ultimo colloquio della terapia, Marta entra sorridente in studio affermando “Ho provato più volte a ripensare a quanto accaduto e vedo questo ricordo sfocato, più lontano e soprattutto non mi dà più fastidio. Grazie all’EMDR mi sento adesso più libera da questo fardello e non provo più quell’atroce senso di colpa e di inadeguatezza che non mi permettevano di andare avanti. Finalmente posso dire di stare bene!”.
CONCLUSIONI
Marta si è raccomandata che io scrivessi questo articolo e riportassi la sua storia per esortare le persone a chiedere aiuto quanto prima. Infatti, esaudendo il suo desiderio, vi cito testualmente le sue parole: “Dottore, non ha idea di quante amiche o conoscenti mi abbiano confidato di essere state vittime di situazioni simili e di quanto stiano soffrendo ancora. Per questo voglio che la mia testimonianza possa convincere chiunque a chiedere aiuto quanto prima ad uno psicoterapeuta così che tutti possano tornare a stare bene in breve tempo”. Infine, accennando un sorriso, conclude dicendo “A saperlo prima, non avrei aspettato così tanto tempo ma avrei dovuto subito sottopormi alla Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e alla tecnica dell’EMDR ma oramai l’importante è che sto bene e che posso godermi la mia vita a pieno…”
Nota bene: La paziente ha acconsentito alla pubblicazione del seguente testo e, per tutelare ulteriormente la sua privacy, le sue generalità e l’andamento degli eventi sono stati modificati.
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In qualità di terapeuta, tendo sempre a mettermi nei panni delle persone che mi richiedono un aiuto, comprendendo il loro dolore che spesso portano con sé da diverso tempo. Tuttavia, ci sono diversi ostacoli che purtroppo non permettono a loro di mandare quella mail o di alzare la cornetta per prendere un appuntamento con un professionista.
Infatti, è ancora curioso che secondo un’indagine del 2017 svolta dall’Eurodap (Associazione europea Disturbi da Attacchi di Panico), il 70% degli italiani consideri inutile rivolgersi ad uno psicologo in quanto ritiene che i problemi vadano risolti da soli o al massimo confidandosi con amici o familiari. Inoltre, alcune persone vivono ancora la richiesta di aiuto di un professionista della salute mentale come l’essere “pazzi” o “deboli”, provando spesso estrema vergogna nell’ammettere di avere un disagio emotivo o relazionale e preoccupandosi in modo catastrofico di cosa potrebbe accadere una volta che si sceglie di iniziare una psicoterapia.
Qui di seguito, vi riporto anche i 3 principali motivi che secondo la mia esperienza clinica portano le persone a non chiedere aiuto:
POSSO FARCELA DA SOLO!
Facendo questo lavoro da diverso tempo e collaborando con diversi colleghi medici, mi accorgo che le persone in relazione ad un problema organico ragionano in un’ottica preventiva contattando immediatamente il professionista per curare, ad esempio, un dolore muscolare o una patologia cardiaca. Contrariamente, la maggior parte dei miei pazienti arriva nella mia stanza quando il problema è ormai strutturato da diverso tempo, avendo dunque convissuto anni e anni con un disturbo dell’umore, con l’ansia, con difficoltà relazionali o con un trauma e si rivolgono a me solo quando hanno esaurito tutte le strategie per tamponare il loro disagio. Dunque, in relazione alla salute mentale si tende purtroppo spesso a ragionare solo in un’ottica di cura e non di prevenzione. Questo modus operandi risulterà purtroppo per i pazienti molto più dispendioso dal punto di vista economico, temporale e personale.
Tuttavia, nella peggiore delle ipotesi, alcune persone non contatteranno mai uno psicoterapeuta poiché si affideranno a comportamenti di compensazione dannosi come abuso di sostanze stupefacenti, difficoltà comunicative come estrema compiacenza o aggressività fisica e verbale, ritiro sociale e molto altro che col passare degli anni contribuirà a rovinare la loro qualità della vita a livello relazionale, personale, lavorativo e scolastico.
SE INIZIO UNA PSICOTERAPIA DURERA’ ANNI O, ADDIRITTURA, UNA VITA…
Lo stereotipo della psicoterapia intesa come un percorso lungo e interminabile risale agli approcci primordiali tipici dei primi del Novecento ma al giorno d’oggi tutto ciò è stato fortunatamente superato. Infatti, dovrebbe rincuorarvi che nella maggior parte dei casi non c’è bisogno di un trattamento lungo poiché, soprattutto utilizzando approcci basati sull’evidenza scientifica come il trattamento EMDR, la Flash Technique e la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, si possono ottenere dei risultati immediati ed efficaci già con 12 – 15 sedute. Infatti, entrambe le forme di psicoterapia sono basate su solide prove sperimentali in modo da poter offrire al paziente un valido investimento in termini di fiducia, tempo, energia e denaro. Tuttavia, nelle situazioni clinicamente più compromesse, il percorso potrebbe durare diversi mesi o anni ed includere eventualmente una terapia psicofarmacologica.
CI SONO SEGRETI COSI’ INTIMI CHE NON RIUSCIREI A COMUNICARE NEMMENO AL MIO TERAPEUTA
Parlare di certe cose personali è una cosa che crea estremamente disagio, soprattutto quando si parla di situazioni delicate che hanno messo in pericolo la nostra incolumità (es. un abuso sessuale, violenza domestica, separazioni coniugali etc.). Essendo pienamente consapevole che fare una cosa del genere costa fatica e dolore, non ti forzerò mai a parlare di certe cose ed aspetterò i tuoi tempi. Infatti, una volta che ti sentirai al sicuro e protetto nella nostra relazione terapeutica, riuscirai con buone probabilità a liberarti di questo peso sperimentando diversi vantaggi come la regolazione e il riconoscimento delle emozioni, il controllo degli impulsi, una percezione di sé più consapevole e ti creerai delle relazioni sociali più soddisfacenti che ti permetteranno di avere una qualità della vita più soddisfacente.
SITOGRAFIA
www.eurodap.it
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Car* compagn* che dipendi da me,
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Le persone che soffrono di un Disturbo Narcisistico di Personalità tendono solitamente a sperimentare una sessualità in cui non riescono a condividere una sana intimità basata sulla condivisione reciproca del piacere fisico ed emotivo poiché il/la partner viene percepito/a come un essere subordinato che bisogna dominare e/o che debba soddisfare esclusivamente i propri bisogni. Infatti, dopo la fase iniziale della relazione caratterizzata da un coinvolgimento intenso ed estasi, la persona narcisista inizia a percepire una graduale perdita di interesse verso il partner e sistematicamente si rimette “a caccia” di altre vittime come un predatore poiché la sua struttura di personalità patologica non gli permette di avere delle relazioni basate sulla condivisione e sulla cooperazione. Ne consegue che l’ostentare le sue abilità seduttive sarà una stampella che utilizzerà per reggere il suo fragile mondo interiore.
Tuttavia, il/la partner del narcisista inizierà pian piano a percepire la mancanza di calore relazionale e, nel momento in cui proverà ad esprimere i propri desideri e a chiedere aiuto, smettendo così di rinforzare la sua immagine grandiosa, il/la narcisista darà forfait allontanandosi gradualmente dal rapporto. La relazione con una persona narcisista metterà così vittima in una condizione sgradevole caratterizzata da un “effetto yo-yo”, facendola così oscillare tra in momenti in cui si sentirà indispensabile ed amat* e momenti di trascuratezza ed abbandono.
Tuttavia, è giusto che io vi informi che la relazione con un/una narcisista sarà difficile da interrompere per il seguente motivo: dopo varie dinamiche relazionali in cui la persona narcisista comparirà e poi scomparirà, sarà poi abilissim* nel far creder alla vittima di essere speciale, unic* al mondo e il/la prescelt* tra tant*. Dunque, per questa sensazione illusoria e temporanea che la vittima continuerà a ricaderci, tornando perennemente sui propri passi e rimettendo continuamente in dubbio la qualità della relazione.
Se leggendo queste poche righe vi siete riconosciuti sia nei panni della vittima che è logorata a causa di questa relazione disfunzionale sia un una persona che potrebbe soffrire di un Disturbo di Personalità Narcisistico, in qualità di psicoterapeuta è giusto che io vi informi che aspettare che le cose cambino non è la cosa giusta da fare. Infatti, non si soffre tanto per come la persona narcisista si comporta ma per le ragioni per cui si continua a frequentare. Il vostro dolore deriva quindi dalle ragioni che vi allontanano dal mollare la presa e che dovrebbero essere risolte e affrontate attraverso un percorso di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale affinché possiate quanto prima recuperare la vostra qualità della vita.
BIBLIOGRAFIA
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- Dimaggio G., “L’illusione del narcisista. La malattia nella grande vita” (2016)
- Salvatore G., Carcione A., Dimaggio G., “Schemi interpersonali nel disturbo narcisistico di personalità: la centralità della scarsa agentività e della dipendenza. Implicazioni per la relazione terapeutica” Cognitivismo Clinico (2012)
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